Cento miliardi di galassie

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Il tratto distintivo dell’idealismo soggettivo risulta l’affermazione di una presunta dipendenza sia gnoseologica che ontologica dell’essere (miliardi di galassie, le stelle, ecc.) rispetto al pensiero e alle sensazioni degli uomini.

Cento miliardi di galassie • Burgio, Leoni, Sidoli

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Descrizione

Cento miliardi di galassie • Burgio, Leoni, Sidoli

L’idealismo soggettivo, spesso conosciuto con la denominazione di antirealismo ontologico, ha come sua matrice principale la tesi secondo cui non esiste oggetto senza un soggetto umano che lo percepisca (Schopenhauer).

Quindi “esse is percepi”, ossia l’essere dei vari enti naturali consi-ste nell’essere percepiti dagli esseri umani (Berkeley).

In altre parole il fulcro dell’idealismo soggettivo risulta l’affermata dipendenza, sia gnoseologica che ontologica, dell’essere (le galassie, il sole, ecc.) rispetto al pensiero e alle sensazioni umane: ossia, come affermò Schopenhauer, nella «conoscenza che tutto ciò che è esteso nello spazio» (le stelle, il sole, la luna, le montagne, ecc.), «e cioè il mondo materiale, oggettivo in generale esiste come tale assolutamente nella nostra rappresentazione, e che è falso, anzi assurdo, attribuirgli, in quanto tale, una esistenza fuori da ogni rappresentazione e indipendente dal soggetto conosciti-vo, e assumere quindi una materia come semplicemente esistente e dotata di realtà propria».

Quindi le stelle, il Sole, la Luna e gli altri oggetti esistono solo se sussiste un “soggetto conosci-tivo”, un “sostegno” (Schopenhauer) umano che li osserva, misura e interpreta; come affermò a sua volta il fisico – e filosofo idealista – Henry Poincaré, «tutto ciò che non è pensato è puro nulla», in quella che Lenin definì giustamente come una logica “conclusione” ed esito finale dell’antirealismo ontologico.

Se il nucleo essenziale di ogni idealismo, come sosteneva Hegel nella sua Logica, consiste nel «non ritenere vero il finito», quello soggettivo declina tale tesi generale individuando nella co-scienza e nell’esistenza umana il vero “sostegno” e la “reale” (si fa per dire, certo) base degli oggetti finiti, stelle, sole e luna compresi.

Inevitabilmente l’antirealismo ontologico ritiene falsa, sbagliata e a volte addirittura “assurda”, come nel caso di Schopenhauer, la posizione generale costantemente sostenuta dal realismo ontologico: ossia che i molteplici oggetti hanno «una esistenza fuori di ogni rappresentazione e indipendente dal soggetto conoscitivo» (Schopenhauer), che la materia risulta «semplicemente esistente e dotata di realtà propria» (sempre Schopenhauer) e che quindi – per dirla questa volta con lo scrittore scozzese A. J. Cronin – le stelle stanno a guardare l’umanità, non dipendendo da quest’ultima per la loro genesi e processo di sviluppo, oltre che nella loro decadenza e trasforma-zione finale.

Non certo casualmente un geniale esponente della tendenza materialista del realismo ontologico, V. I. Lenin, notò a tal proposito che «il punto di vista giusto, quello del materialismo dialettico, deve essere formulato così: gli elettroni, l’etere e tutto il resto esistono o no al di fuori della coscienza umana, come realtà oggettiva? È a questo problema che gli studiosi devono rispondere senza esitazione ed essi rispondono sempre affermativamente, allo stesso modo che ammettono l’esistenza della natura come anteriore alla nascita dell’uomo e della materia organica. La que-stione è così risolta in favore del materialismo, poiché, come abbiamo già detto, la nozione della materia non significa assolutamente nient’altro dal punto di vista della teoria della conoscenza che la realtà oggettiva, la cui esistenza è indipendente dalla coscienza umana e che è riflessa da questa»

Cento miliardi di galassie

Informazioni aggiuntive

Sottotitolo

Per un realismo resiliente della praxis

Autore

Daniele Burgio, Massimo Leoni, Roberto Sidoli

ISBN

978-88-8292-556-7

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